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Intervista a Stefano de Cubellis

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Intervista a Stefano de Cubellis

Redattrice H.EDDA Scrittrice Professionista

Da pochi giorni hai festeggiato il tuo compleanno e so che tu hai un’Agenda di Compleanno vorrei sapere di cosa si tratta e se potrebbe andar bene anche come strumento di consolidamento alla volontà di portare avanti gli obiettivi.

Si, ho festeggiato il mio compleanno il 3 aprile, in famiglia, dal momento che per lavoro e per passione sono spesso in viaggio.
È una specie di rito con me stesso nato un po’ per caso, un po’ per gioco. È iniziato tutto 5 anni fa, quando lavoravo qua e là come cameriere e non avevo ancora individuato la mia strada ma sentivo che dovevo e potevo cambiare qualcosa.


Così scrissi dei semplici obiettivi su un’agenda, cosa volevo raggiungere entro il prossimo compleanno, come avrei voluto essere. Quasi come se non ci credessi neppure io, la tenevo nascosta perché pensavo “figurati se basta scriverli per raggiungerli”.

E devo dire che mi ha portato bene, anche se non raggiungevo tutto quello che scrivevo, anno dopo anno la mia vita migliorava e con lei anche io. Ma soprattutto mi rendevo conto di quali erano i motivi per cui non raggiungevo ciò che davvero volevo e potevo quindi capire quali aree della mia vita migliorare ed espandere!

Allora ho iniziato anche a studiare da un punto di vista neuroscientifico il motivo. Ma questo è un altro discorso ahahah…
Ne ho quindi fatto un rito che mi diverte e mi sprona sempre a fare di più.


La tua laurea in Economia Aziendale ti ha aperto probabilmente molte porte e hai scelto il meglio per te e attualmente tu sei un docente di Personal Branding, dimmi la verità non tutte le persone sanno cosa vuol dire e spesso è un argomento rilegato alle aziende. La riuscita oppure la sconfitta dei tuoi allievi cosa ti lascia interiormente?

La mia Laurea mi ha sicuramente aiutato e non poco in termini di mentalità e competenze, anche se poi non ho scelto un lavoro in base ad essa, anzi non l’ho nemmeno cercato. La laurea mi ha aiutato a capire cosa non volevo fare ahahah… mi ha però lasciato un metodo mostruoso per apprendere rapidamente.

Il Personal Brand, pur essendo un concetto nuovo è qualcosa che mi ha affascinato immediatamente. Ma ci tengo a precisare che sono un “docente”.

Lo virgoletto perché per docente intendo una persona che insegna in master privati non in università pubbliche. Viviamo in una società che evolve alla velocità della luce, la tecnologia ci spinge ogni giorno un passo avanti e il mondo del lavoro deve per forza restare al passo.

In questo momento, per esempio, esistere online è un requisito imprescindibile, non importa che tu sia un’azienda, un imprenditore o un libero professionista, avere un posizionamento online è fondamentale
.

Il personal branding è un processo attraverso cui una persona definisce i punti di forza come conoscenze, competenze, stile, carattere, abilità, ecc…che la contraddistinguono in modo univoco, creando un proprio marchio personale, che comunica poi nel modo che reputa più efficace. Il personal branding adotta le tecniche utilizzate dal Marketing per promuovere i prodotti commerciali e le adatta per la promozione dell’identità delle singole persone.

L’obiettivo in entrambi i casi è il brand positioning ovvero, posizionare nella mente dell’utente il brand o il nome del professionista associato a una precisa peculiarità, a un concetto che inequivocabilmente lo distinguerà dai concorrenti.

JEF BEZOS dice che il personal brand è quello che le persone diranno quando esci da una stanza, se hai lavorato bene e creato un personal brand forte, tutti sapranno perfettamente chi sei e cosa puoi fare per loro.


Ma io amo aggiungere, sei sicuro che quello che gli altri diranno di te è in linea con quello che vuoi che dicano, che è in linea con l’obiettivo che vuoi raggiungere? Possiamo ben immaginare quanto oggi avere un personal brand ben definito serva e avvantaggi
rispetto ai propri competitor ma soprattutto per sé stessi.

Quando sento storie di successo, e non sono poche, grazie alle mie lezioni, mi sento fortemente soddisfatto, come aver raggiunto anche io una vittoria nel far vincere qualcun altro, ed è una sensazione che appaga e crea anche una certa dipendenza.
Ma soprattutto non credo nell’insuccesso. Non riesco proprio a capire cosa sia.


Cioè provo a fare qualcosa e non ci riesco? E quindi?
Imparo come farla meglio. È un percorso non una destinazione.

Ci tengo anche a precisare che non ho avuto migliaia di allievi ahahah… sono nel pieno del mio lancio personale, se avessi già
bucato sarebbe stato un grande problema. Il giorno in cui arriverà sono sicuro che imparerò qualcosa di nuovo, non vedo l’ora!


I tuoi numerosi viaggi hanno inciso sulla tua professione? Il viaggio che porti nel cuore?

Mi piace pensare di essere in viaggio da moltissimi anni, un viaggio anche interiore. Viaggiare ha avuto un impatto importantissimo su chi sono oggi, sia da un punto di vista personale che professionale.

Viaggiare è l’unica cosa che ti rende più ricco di quando sei partito. Amo il non tornare mai come prima, portare sempre con sé una nuova consapevolezza, una scoperta, qualsiasi cosa che non stavi cercando ma che hai avuto la fortuna di trovare.

Viaggiare apre la mente, cominci a guardare le cose sotto altri punti di vista che prima non riuscivi a vedere. In viaggio diventi leggero, autentico, libero di esprimerti e di esprimere di sei e soprattutto di scoprirlo. Ogni giorno sempre di più.
Ho fatto del viaggio uno stile di vita, dal momento che ho la fortuna di lavorare completamente da remoto
.

Il viaggio che porto nel cuore?
Sicuramente quello nel 2009. Sono andato con la mia famiglia a Parigi, avevo 14 anni. Era il mio primo viaggio all’estero ed è partito tutto da lì, ricordo che già sull’aereo osservavo tutto, ogni minimo dettaglio, lo sguardo di ogni persona. Ricordo precisamente quando camminando per le strade di Parigi vedevo che le persone facevano cose diverse da me, da “noi”, ovvero da dove vengo io.

Da lì ho capito una cosa, viaggiare era per me la strada perfetta e più veloce per la conoscenza non solo dei luoghi ma anche delle persone, per scoprire il loro mondo di vivere, di pensare.

Il tutto mosso dalla mia innata curiosità e maledetta irrequietezza, dal voler scoprire gli infiniti modi di intendere la vita, così diversi da quelli in cui sono cresciuto, del resto abbiamo solo questa opportunità di esistere, perché sprecarla e non inseguire i propri sogni fino alla fine?

Viaggiare crea.


Hai una frase una tua citazione che ti ha cambiato la vita?

Se c’è una frase che mi ha aiutato e mi identifica è sicuramente quella di Bob Proctor che dice: “Devi sapere dove sei, devi sapere dove stai andando e poi devi muoverti in quella direzione”.

Nulla ha più importanza per me del fare. Tra il dire e il fare non c’è di mezzo nessun mare, c’è solo il fare. Va bene porsi delle domande e soffermarsi anche a riflettere su sé stessi ma io credo che esiste solo la prossima mossa.

Intervista a Stefano cubellis


Gli amici lettori/ascoltatori se volessero avvalersi di una tua consulenza quali canali devono
seguire?

Sono sempre stato presente sui social, ma quello che mi ha cambiato la vita è sicuramente LinkedIn

Quindi chiunque voglia una consulenza o un confronto può tranquillamente trovarmi e contattarmi lì sarò solo contento di confrontarmi con lui
.

LinkedIn

Grazie a Stefano de Cubellis per aver rilasciato l’intervista e chiaramente per aver dedicato il suo tempo a Informazione Digital Writing

© Ti ricordo che l’intervista a Stefano de Cubellis docente di Personal Branding la troverai anche in H.EDDA H2E podcast

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