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Intervista a Giancarlo Quido

Domande a Giancarlo Quido Laureato in Psicologia per una breve intervista dedicata alla sua professione.
Redattrice Edda Cacchioni

Quando ti sei laureato in Psicologia?
Mi sono laureato alla magistrale in Psicologia Clinica e della Salute all’Università degli studi G. d’Annunzio di Chieti a dicembre 2019.

Qual è stata la motivazione che ti ha spinto ad iscriverti nella facoltà di Psicologia?
Le motivazioni sono state molteplici, innanzitutto ho fatto una scelta di cuore, ero consapevole che gli sbocchi professionali erano pochi o perlomeno che non sarebbe stato semplice iniziare a lavorare in questo settore. Ciononostante, ho scelto un lavoro che mi piace, poiché l’obiettivo che mi sono posto quando ho iniziato a studiare è stato quello di poter dare una mano al prossimo, ed ho scelto di farlo occupandomi della salute mentale, argomento spesso poco trattato.

Di fatto, quando si parla di salute si tende ad osservare solo il sintomo fisico, ad esempio un mal di testa, un mal di schiena e via dicendo, senza considerare aspetti che potrebbero essere legati a questi “dolori” da un punto di vista somatico che non può quindi essere risolto con un farmaco tradizionale.

Molto spesso, le persone tendono a somatizzare aspetti della vita di tutti i giorni sul proprio corpo. Sarà infatti capitato a molti di noi di essere molto stressati o ad esempio essere preoccupati per un esame e avere una sensazione di fitta allo stomaco. Proprio per intervenire in queste situazioni e aiutare il prossimo a comprendere questi stati di malessere ho deciso di intraprendere i miei studi in questo settore.

Di cosa si occupa lo psicologo?
Lo psicologo si occupa del prossimo. In particolare, del disagio che il paziente porta in seduta ma soprattutto di ciò che il paziente non dice in modo esplicito negli incontri. Attraverso dei colloqui clinici lo psicologo cerca di comprendere quale sia il disagio reale e quale quello manifestato.

Molto spesso capita che i pazienti arrivino in seduta manifestando un grave disagio per un evento che ha sconvolto la loro vita ma, dopo una serie di incontri, lo psicologo e il paziente arrivano a comprendere che è la percezione soggettiva che il paziente ha dell’evento e il modo in cui lo affronta a rendere tale evento traumatico e significativo dal punto di vista clinico. Tale percezione è stata influenzata dai precedenti vissuti del paziente.

Ad esempio: una persona potrebbe vivere in modo traumatico il raggiungimento della mezza età, in quanto potrebbe percepirla come l’inizio di un graduale declino o pensare di non essere più in tempo per raggiungere gli obiettivi di vita che desidera e non ha ancora raggiunto per tanto può iniziare a manifestare dei sintomi legati alla depressione, come ad esempio perdita di sonno e di appetito. Ogni persona affronta gli eventi di vita in un modo unico, in quanto la nostra individualità e soggettività è differente da quella di tutti gli altri. In psicologia si guarda al malessere e al sintomo in funzione di quella specifica persona.

Sulla base della rivoluzione freudiana (Sigmund Freud) cosa pensi della psicoanalisi?
Freud ha rivoluzionato il mondo della psicologia, personalmente ammiro molto la prima topica di Freud che parla di conscio, inconscio e preconscio. Questa teoria postula l’esistenza di tre piani di coscienza nella nostra mente: il piano più basso è caratterizzato dall’inconscio, a noi celato e inosservabile, dove vengono conservate tutte le cose per noi non accettabili (ad esempio, dei ricordi troppo dolorosi da ricordare).

Al piano successivo troviamo il preconscio, in cui i nostri ricordi e gli aspetti del nostro vissuto non ci sono noti fino a quando non vengono richiamati al piano superiore che è quello del conscio, caratterizzato da contenuti manifesti di cui l’individuo è consapevole. Per quanto le teorie di Freud siano alla base della psicologia io preferisco uno stile più “concreto” (rivolo al qui ed ora) e per tanto spero di specializzarmi nell’indirizzo cognitivo comportamentale.

In quale contesto ti piace portare le tue capacità professionali?
I contesti in cui opero sono differenti. Tra le altre cose ho una specializzazione su sostegno per tanto mi capita di lavorare con bambini e adolescenti.

Da qualche tempo seguo assiduamente un ragazzo con una forma lieve di autismo che sta facendo passi da gigante. Mentre nella quotidianità lavoro con adulti e qualche volta mi è capitato di lavorare con le coppie. Se dovessi scegliere una categoria sicuramente sceglierei i bambini (e le loro famiglie) perché sono le categorie più fragili.

Tra i lettori del blog potrebbero esserci persone che vorrebbero conoscerti per avere un colloquio con lo Psicologo, se sei iscritto a LinkedIn potresti lasciarci il link?
Certo, molto volentieri: Giancarlo Quido in Linkedin

Grazie Giancarlo 

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