Dall’origine al cuore: l’evoluzione del brand in emozione
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Il concetto di brand ha origini antichissime: il termine deriva dall’antico norreno brandr (marchiare a fuoco), usato già intorno all’anno 950 per identificare la proprietà sul bestiame. La svolta moderna arriva nel XX secolo, quando il brand inizia a rappresentare non solo un segno grafico, ma una relazione psicologica tra azienda e pubblico. Negli anni ‘60 e ‘70, autori come Philip Kotler (padre del marketing management) iniziano a definire il brand come leva distintiva capace di influenzare scelte e comportamenti. Con il tempo, il branding si afferma come disciplina strategica, legata a teorie come il marketing classico e quello relazionale. Negli anni ‘80 David Ogilvy sintetizza il concetto in modo netto: “Il brand è la somma intangibile degli attributi di un prodotto.”
Negli anni ‘90, Jean-Noël Kapferer introduce la Brand Identity Prism (1992), una matrice a sei facce che esplora l’identità del brand in termini di fisicità, personalità, cultura, relazione, riflesso e auto-immagine. In parallelo, Kevin Lane Keller, con il modello CBBE (Customer-Based Brand Equity) (1993), evidenzia come il valore del brand dipenda dalla percezione del cliente. A questo punto nasce una nuova corrente: il marketing emozionale, teorizzato da Bernd Schmitt nel 1999, che sottolinea l’importanza dell’esperienza sensoriale ed emotiva nel processo decisionale del consumatore.
Oggi parliamo di brand emozionale quando ci riferiamo a un’identità che non si limita a comunicare un prodotto, ma costruisce un legame profondo, umano e coerente. È un brand che si posiziona in base a ciò che fa sentire, non solo a ciò che offre. Questo vale anche per chi scrive, per chi vuole pubblicare un libro e creare una presenza d’autore autentica e riconoscibile. Un autore, oggi, è anche un brand narrativo. E ogni libro può diventare un asset strategico.
Riflessione
Il brand narrativo e il brand emozionale: costruire identità attraverso le storie e le emozioni

Nel panorama del digital branding, il concetto di brand narrativo è fondamentale per costruire un’identità forte e riconoscibile. Ma c’è un altro aspetto cruciale che si integra perfettamente con il racconto: il brand emozionale. Se il brand narrativo costruisce una storia che dura nel tempo, il brand emozionale si concentra sull’esperienza immediata ed emozionale che il marchio suscita nel consumatore.
Un brand narrativo racconta chi siamo, cosa facciamo e perché lo facciamo, creando una connessione profonda con il pubblico. Un brand emozionale, d’altra parte, si concentra sulle sensazioni che il marchio evoca, stimolando una risposta emotiva immediata. Insieme, questi due aspetti danno vita a una strategia che non solo costruisce una visione, ma crea anche un’esperienza che il pubblico ricorda e a cui si lega.
In ambito editoriale, costruire un brand narrativo ed emozionale è essenziale per autori e brand personali. Non basta scrivere un libro: bisogna saper raccontare una storia che coinvolga emotivamente e resti impressa nella mente del lettore.
Noi di H.EDDA Scrittura e Marketing aiutiamo scrittori e brand a sviluppare una narrazione coinvolgente, unendo il valore di una storia coerente con l’emozione che il pubblico vuole vivere. Affianchiamo autori e professionisti nella costruzione del loro brand, nella scrittura e pubblicazione di un libro, e nella gestione strategica del tempo per comunicare efficacemente.
Perché oggi raccontare e emozionare non è solo un’opportunità, ma una necessità.
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H.EDDA Scrittura e Marketing
Esempio di brand emozionale e narrativo
– Pallas Manu Wandering
– INFEDELTÀ di Rosario Cirimondo