1 – La scelleratezza della folla
H.Edda Cacchioni
🌻Guido le persone nella realizzazione dei loro obiettivi Editoriali e Divulgativi: Content Manager◆Editor▸Scrittrice Professionista
11 articoli 3 ottobre 2023
Nel 2019/2023 la folla ha una sua criticità di essere in quanto manifestazioni teatrali di sovvertitori tra creduloni, sapientoni, squadriglie e tanto altro… Tuttavia oggigiorno la folla sa essere anche costruttiva, piacevolmente aggregativa, disciplinata. Vorrei riportare l’attenzione verso uno studioso che ha saputo per primo analizzare l’essere umano raggruppato durante le manifestazioni popolari e aggregazioni sociali di ogni sorta. Lo Psicologo e antropologo Gustav Le Bon è il primo studioso che analizzò il comportamento della folla in un momento in cui la storia del suo tempo viveva La Comune di Parigi 1871 – l’ascesa di Georges Ernes Boulanger e inoltre la popolazione venne a conoscenza dell’Affare Dreyfus.
Eventi importanti che incisero notevolmente sulla massa popolare. Parigi in quel periodo aveva idee antisemitiche e di estrema destra ed era considerata la città più industrializzata dell’Europa. Per l’osservazione usò l’approccio clinico impiantato sui concetti quali ”contagio” e ”suggestione”. In tal senso potè capire e analizzare come l’emotività, l’istintualità a livello inconscio dell’individuo affioravano durante per esempio una manifestazione mentre solitamente la persona viveva in stato repressivo dato dal controllo sociale. Se Le Bon analizzava la folla nel suo agire Gabriel Tarde(1890) e Scipio Sughele (1892) due insigniti criminologi del tempo, si occupavano della determinazione di responsabilità criminale delle folle ergo chi arrestare e chi no! Il saggio La psicologia delle folle è stato editato nel 1895 e venduto come una guida per imbabolare le masse la quale venivano studiate come quantità di persone che agiscono in maniera uniforme.
In questo libro lo psicologo espone le varie tecniche per operare al meglio sulla massificazione del popolo tant’è che Benito Mussolini e Adolf Hitler lo tennero molto in considerazione per la loro leadership osservandone le tecniche suggerite da Gustav Le Bon. Inoltre furono influenzati dagli studi sulla folla di Le Bon Theodore Roosevelt e altri progressisti americani del XX secolo. Se ne deduce che l’indottrinamento è sempre piaciuto ai politici ergo opportuno rafforzare l’idea che l’assoggettazione delle persone non è per un bene collettivo piuttosto meglio attenersi all’esempio, la disciplina e le norme che la regolano mantengono l’ordine e indirizzano verso coinvolgimenti rivolti al Bene.
Puntualizzerei che il sociologo ha una concezione estremamente negativà della quantità di persone unificate cioè della folla, ritenendola incapaci di disciplina e creatività. Il saggio è un opera superba in cui lo studio capillare del ruolo delle masse nella società del tempo estrapola un fare collettivo pronto alla morte per un idea, per una fede, cosicchè gli esseri umani sono pronti e propensi all’azione più meschina. La folla intesa da Le Bon è un incontro, una riunione di individui senza un rapporto certo e globale! A suo avviso le minoranze hanno la padronanza delle azioni e se ne arricchiscono creando. Nel saggio è sbalorditivo come egli parla della folla ritenendola mezzo di barbarimento in cui l’istinto viene esaltato da una spontaneità primitiva. La violenza e l’entusiasmo sono scaturite da parole e immagini.
La folla è come un granello di sabbia mossa dalla volontà del vento.. Ritiene che solo il tempo abbia la capacità di contraddire la folla mai sovrana in questa meravigliosa Terra di tutti. Nel suo modo si operare professionalmente fu influenzato da Charles Darvin e Ernst Haeckel, con il supporto della biologia esprime e dimostra che l’influenza del passato è preponderante nell’evoluzione della specie degli esseri viventi ergo una società dimentica del passato non può esistere.
Mentre Noam Chomsky nato nel 1928 di Filadelphia linguista, filosofo teorico, scienziato cognitivista legato ai nostri giorni ha pubblicato molti libri tra cui: . Le strutture della sintassi 1970 . Riflessioni sul linguaggio 1981 . La conoscenza e politica 1998 2014 .
Media e potere 2014 Vi suggerisco la lettura dei libri e riconoscerli come un bagaglio esperenziale raccontato da un grande del sapere. Un dialogo con l’autore in cui si apostrofano le proprie conoscenze ampliandole e sviluppandole . Inoltre Chomsky come Le Bon ha analizzato, studiato e pubblicato le regole del buon decelebramento indotto! Regole per lo stordimento delle folle. Come massificare e tenere il ”gregge”. . Distrarre . Creare problemi e dare la soluzione . Graduare l’accettazione del momento.
Strategia del differire . Mantenere un contenuto linguistico elementare . Creare emotività piuttosto che la riflessione . L’ascoltatore deve restare nell’ignoranza e nella mediocrità . Far compiacere la mediocrità . Il dittatore si autentica si arroga la superiorità e l’autoconsapevolezza di conoscere l’altro. Il supporto del gregge favorisce la manipolazione e ne facilita l’induzione verso chiunque ne sia possibile, spiando mosse e cercando di controllarne la libertà di movimento. Scempio di vite!
Fonte . Webinar 2019 Progetti e.c. online . Le Bon . Noam Chomsky . wikipedia .
2- Comunicazione Aumentativa Alternativa. C.A.A.
H.Edda Cacchioni
🌻Guido le persone nella realizzare dei loro obiettivi Editoriali e Divulgativi: Content Manager◆Editor▸Scrittrice Professionista
11 articoli 3 ottobre 2023
Autismo: Comunicazione Aumentativa Alternativa. C.A.A.
La comunicazione tra persone è oltremodo importante maggior ragione nella disabilità e nella neurodiversità. Nell’articolo si evidenziano i punti a mio avviso più significativi della Comunicazione Aumentativa Alternativa CAA e l’autismo. Punti che offrono una partenza informativa per poi ampliarne la conoscenza attraverso i vari canali più utili a livello personale.
La Comunicazione Aumentativa Alternativa CAA e autismo Dopo essersi poste alcune domande fondamentali si raccolgono nei campi le risposte, così come spero possa esservi utile questo mio piccolo orto informativo dove si trovano degli spunti interessanti da raccogliere e farne buon utilizzo. anche Tra i metodi di Comunicazione Alternativa si possono avere diverse opportunità tra cui la LIS cioè la lingua dei segni italiana ma che può essere anche di altre lingue. La Pecs (picture exchange communication system) oppure la Comunicazione scritta infine i Dispositivi digitali.
La Comunicazione Aumentativa Alternativa è costituita da un insieme di strumenti e strategie che un individuo utilizza per venire a capo con successo alle sfide comunicative della quotidianità.
I mezzi usati sono: – la voce – i gesti – il linguaggio del corpo – i supporti visivi – dispositivi che generano parole vocalizzati –
Chiaramente questi mezzi di supporto sono mirati alla persona di cui ci occupiamo ergo per meglio dire personalizzati, un abito che indosseranno della loro misura in cui si sentiranno o saranno meravigliose persone.
Nell’ autismo la CAA è un ottima strategia dedita al miglioramento alla comunicazione in quanto attraverso la comprensione dei propri bisogni la persona riduce quei comportamenti problematici migliorando la sua quotidianità.
Il sistema usato nella CAA con autistici è la comunicazione funzionale indipendente e si espleta con i seguenti obiettivi: – comunicazione autonoma – comunicazione chiara e comprensibile a chiunque – migliorare lo stato linguistico, sociale, pensiero, giudizio ecc
Le valutazioni saranno studiate da professionisti del settore per poi essere messe in atto le strategie da operatori e tecnici. Le figure di riferimento sono psicologi, psichiatri, assistenti sociali, educatori, tecnici, terapista occupazionale, insegnante e altre figure che hanno maggior spessore per la persona da trattare.
Una volta valutata la persona si sceglie il modo di operare che può essere:
- bisogni comunicativi
- capacità espresse
Strategie di interazione considerando le barriere come può essere l’isolamento
la generalizzazione della comunicazione dipendente dalla tribù Stabilire il supporto più adatto e procedere attraverso la tecnica strategica, gli obiettivi da raggiungere ma a mio avviso soprattutto usare in primis il ‘buon senso’.
Preparare un piano di lavoro e parlarne con la persona:
- Agenda iconica.
- Allenarlo alla comunicazione funzionale sociale.
- Tenere conto del metodo ergo le fasi di apprendimento e dare sempre la valutazione.
La lealtà del Tutor ha influenza sulla persona? Probabilmente si così pure sui genitori o di chi se ne occupa dipendentemente dall’età della persona con neurodiversità.
- Fonte . Giulia Rosato . Internet . Manola Frosi . Edda Cacchioni
Il messaggio del PROTAGONISTA DEL LIBRO
Trasformo le tue idee in efficaci creazioni.Elaboro contenuti personalizzati e coinvolgenti…
3- Punti di Meditazione e come organizzarsi
H.Edda Cacchioni
🌻Guido le persone nella realizzazione dei loro obiettivi Editoriali e Divulgativi: Content Manager◆Editor▸Scrittrice Professionista
11 articoli 19 ottobre 2023
Meditazione cos’è e quali sono gli effetti C’è stato un momento nella storia della civiltà dell’essere umano in cui la Meditazione era considerata tecnica per sciamani e persone privilegiate legata alla grandezza cosmica e alla follia umana. Oggiorno la scienza o meglio gli studiosi di tali tecniche e metodi ci informano che la Meditazione se praticata regolarmente può essere un ottimo supporto alla medicina come la clownterapia la musicoterapia e lo sport.
Come strumento terapeutico fu aperto un centro per mindfuness in Worcester (UK) per opera di Jon Kabat Zinn mentre Catherune Kerr la promuove come effetto analgesico e Zeidan la chiama ”effetto morfina” cioè riduce il dolore fisico del 40% Ottima tecnica per fronteggiare lo stress tant’è sappiamo che la meditazione allieva i sintomi clinici dei disturbi gastrointestinali e sulle infiammazioni croniche intestinali. A tal proposito esiste uno studio attento sugli effetti del rilassamento intestinale dato dal ‘momento meditativo’ di Benson Henry Institute del Massachusettes concordando l’efficacia su molte malattie intestinali ma anche sulla Sclerosi Multipla sulla Depressione sull’Autismo, su Morbo di Parkinson ed altre.
Risulta inoltre che la Meditazione ha un legame col microbiota quell’insieme di microrganismi simbiontici che abitano nell’organismo senza danneggiarlo. I microrganismi più conosciuti sono i Batteri, i Miceti, i Virus. Si ha il microbiota materno che passa al neonato subito dopo il parto e il microbiota ambientale e alimentare. I bèbè nati col cesareo hanno il microbiota ambientale.
Ora vediamo insieme quali sono le influenze del Rilassamento Indotto:
- . Consumo ossigeno
- . Frequenza cardiaca
- . Maggior ossidonitrico una sostanza che provoca rilassamento dei vasi sanguigni ergo abbassa la pressione del sangue.
- . Diminuisce il volume dell’amidgala riducendo stress ansia e stati di paura
- . Rallenta l‘invecchiamento cellulare migliorando l’attività dell’enzima telomerasi che ricostruisce e allunga i telomeri, sequenze di DNA situate alla fine dei cromosomi
- . Diverse ore di meditazione fanno si che vengano rilasciate dall’organismo sostanze antinfiammatorie
- . Alza la temperatura corporea
- . Influenza l’ispessimento della materia grigia migliorando la consapevolezza del proprio corpo e la compassione per il prossimo mentre l’aumento della materia grigia nella zona prefontale responsabile della concentrazione e della capacità decisionale funzioni cognitive oltremodo importanti.
- . Antidolorifico naturale in quanto solitamente sono le emozioni negative a dare maggiore enfasi al dolore fisico e la meditazione riduce le connessioni cerebrali tra corteccia anteriore cingolata e parte della corteccia prefontale responsabile di autoconsapevolezza, il dolore resta ma si agisce sull’emozione per migliorarne la percezione.
- . Nella menopausa ne allevia e riduce i sintomi. La meditazione aiuta gli stati di flusso mantenendo la mente in ‘presenza’ cambiandone addirittura il corpo in quanto lo stato di ‘presenza‘ per così dire ”esserci” stare ”qui e ora” organizzano le risposte ormonali del cervello fornendo ormoni e citochine proprio perché dal rilassamento si ottiene l’emozione positiva che attiva le molecole trasformatrici seppur si conserva l’identità peculiare della persona.
La meditazione migliora l’individuo insegnando a vivere in presenza ad esserci lasciando andare ciò che non è in quel momento.
In realtà si medita ogni qualvolta che si vive in presenza modificando le onde celebrali, si è ”lì” e ci si trova bene un mondo spirituale.
Meditazione Trascedentale
Si hanno molte tecniche di Meditazione quella che io preferisco è la Meditazione Trascendentale conosciuta in Europa intorno al 1958 praticata dall’indiano Maharishi Mahesh Yogi.
La tecnica migliora la qualità della vita ed ha come obiettivo il benessere psicofisico. La tecnica prevede un ”andare oltre” con la mente piuttosto che concentrazione o contemplazione è un trascendere interiore raggiungere la fonte del pensiero.
Si chiama 4o stato di coscienza è il riposo profondo e rinnovo di energia.
Solitamente si entra i contatto con l’Universo la Natura in cui l’Amore suona e danza all’unisono della Libertà gioendo della dignità del rispetto della lealtà!
4- Il dialogo come strumento di liberazione
H.Edda Cacchioni
🌻Guido le persone nella realizzare dei loro obiettivi Editoriali e Divulgativi: Content Manager◆Editor▸Scrittrice Professionista
11 articoli 3 ottobre 2023
Quando una persona parla si ha sempre una o più persone che l’ascoltano. Il modo in cui la persona parla scaturisce la risposta di chi lo ascolta, chi ascolta spesso è interessato e accoglie le parole dell’oratore come vere. Tuttavia non sempre è così e questo lo sappiamo bene soprattutto nei nostri giorni di pandemia in cui chi ascolta è dubbioso e deluso. Io direi di citare subito Paulo Freire (1921-1997) che propose un dialogo e ascolto quanto ‘coscienza sociale’.
Oggigiorno abbiamo modelli da copiare per semplificare, (ho scritto copiare e non prendere a modello) l’apprendimento ma questo non ci permette di ben ragionare come insegnava il professor Gabelli (1830-1891) tant’è che la comunicazione verticale cioè senza dialogo toglie l’immaginazione e una prospettiva diversa di vedere e sentire emozionalmente la vita con le sue sfaccettature ma anche con le innovazioni tecnologiche politiche sanitarie ecc che ci sono nell’attuale società. Quindi non può esserci un dialogo se non c’è ascolto, so che stai pensando al fatto che si parla anche da soli, ma chiediti se ti ascolti e come lo fai. Dovremmo vedere l’ascolto sotto un punto di vista umano e sociale, considerando ‘l’essere in ascolto’ come un ”cercare’ l’altro”. Porre attenzione verso chi parla ne deduce l’interesse. Il termine interesse deriva dal latino e significa ”essere in mezzo” ”partecipare”. Ma ciò che conta è anche come noi cerchiamo l’altro, come ascoltiamo, con quali sensi ascoltiamo. Diciamo pure che anche leggere ha intrinseco l’ascolto!
Le parole hanno un loro preciso significato talvolta delle risposte. Nei comizi nelle rappresentanze nelle riunioni all’università o nella scuola in generale molti oratori si mettono in primo piano talvolta hanno incarichi di responsabilità che li portano a preparare il confronto con l’ascoltante ergo usano parole d’impatto emotivo rivoluzionario, come scrivo in La scelleratezza della folla , creano il problema e se esistente lo ridondano per poi dare la soluzione un po’ come dire ”assaltate la bastiglia e salviamo il popolo” un popolo spesso manipolato ma soprattutto corrotto. Torniamo al ”dialogo”… facciamo un altro esempio, in un centro di lettura meditativa si usano parole di riscossa seppur di respiro leggero che inducono una risposta per così dire ‘dormiente’.
Fin da bimbi siamo degli strateghi per imporci e attirare attenzione su di noi e farci ascoltare, usiamo il pianto, le grida, usiamo parole come ”mamma e papà” li guardiamo in modo speranzoso per ottenere la cosa desiderata: il loro ascolto. Oppure lo chiediamo con un gesto un sorriso e poi, così piccoli e già dittatori o persuasori veniamo ascoltati. Cresciamo e continuiamo su questa strada aggiungendo descrizioni del paesaggio cartelli e abbellimenti di ogni genere tutto ben progettato e ancora strateghi attiriamo attenzione per essere ascoltati.
Nei miei studi di pedagogia ho a cuore un autore, già sopracitato e quando si tratta di parlare di dialogo socializzante non posso non ricordarlo, lui è Paulo Fraire che con La pedagogia degli oppressi ha rivoluzionato il metodo di studio per gli adulti in quanto essendo condizionati dal legame politico-sociale-conservatorista avevano scarso rendimento se veniva loro usato il metodo dei bambini. (Mi pare logico!) Lui si rivolge agli adulti rendendoli coscienti di essere degli oppressi e di non farli a loro volta diventare degli oppressori. Nella scuola il segnale di liberazione iniziava dal rapporto insegnante scolaro eliminando la pedagogia autoritaria, secondo Freire attraverso il dialogo gli attori collaborativi entrano in una relazione paritetica <<in cui la fiducia di un polo verso l’altro è conseguenza ovvia>>.
Attraverso il dialogo si crea il legame <<educatore-educando con educando-educatore>> con la liberazione di entrambi. Non solo quindi saper leggere scrivere e far di conto ergo nozionismo ma <<coscientizzazione>>.
Il dialogo può essere dirompente a tal punto da rompere il ”muro del silenzio” per dare spazio alla coscienza critica. Quando ci relazioniamo in famiglia oppure a scuola sul posto di lavoro nelle associazioni ecc ci sono piccole rivoluzioni e sono per l’appunto rivoluzioni di idee! Ancora oggi nella pedagogia ci sono diversi filoni educativi tra cui l’addestramento e l’educazione critica. Il primo approccio cioè l’addestramento nuoce alla salute psicofisica delle persone in qualsiasi tribù di appartenenza perché non sono partecipi alla vita propria ne sociale attivamente, non si riconoscono nei ruoli perché cresciuti ricevendo ordini e rispondendo con un Si oppure un NO. Mentre l’educazione al dialogo rende creatori e artefici della propria vita. Può essere difficile aprire un dialogo creativo talvolta impossibile, spesso le persone sono diffidenti e nemiche. Nel dialogo troviamo le idee e conseguentemente cultura e tradizioni della tribù di appartenenza.
Da molti anni con la globalizzazione abbiamo inserito parole non italiane nel nostro codice verbale alcune sono sul dizionario italiano, come studiosa di psicologia transpersonale non condivido l’intrusione di lingue straniere piuttosto meglio mantenere il dialetto conoscendo chiaramente un corretto e fluente italiano. Il dialogo deve avvicinare le persone rendendole partecipi e non deve alienarle. Abbiamo nel linguaggio internet o per meglio dire, virtuale, con molte parole in lingua inglese ma questo non deve incidere e dare una sensazione di dicotomia tra realtà e virtuale, la quale il virtuale resta un mezzo di comunicazione, di dialogo amicale lavorativo e rivoluzionario.
Mantenere viva la propria lingua di appartenenza e il dialetto è ancora più significativo e incisivo per meglio comprendere il simbolo di ogni civiltà. La tecnologia, dicono, usa le immagini come espressione dialogante, ma nell’editoria questa è una cosa comune già dagli anni 1950 in quanto l’immagine valeva più della parola come a rimarcare un ‘fatto” visibile.
Non è così, l’immagine può essere creata come il dialogo che contestualizzato ha un suo valore e significato. Inoltre il dialogo narra un evento reale quindi potrebbe non essere capito subito ma richiede tempo e ulteriori delucidazioni. Per esempio il professore Galimberti ci insegna che riusciamo a comprende l’altro, ciò che manifesta, attraverso il dialogo per la ‘simbolica della sua cultura’ come dico io e i miei sostenitori ”conosciamo le idee della tribù di appartenenza e il loro esplicitarsi”. Il professore sottolinea l’importanza del dialogo del suo necessario palesarsi e come Eraclito lo definisce <<Il logos come guerra>> <<Il dialogo è guerra>> perché racchiude l’armonia degli opposti.
Dialogo dal latino <conversare, discorrere> composto da ‘dia’= attraverso e da ‘logos’=discorso, indicante il confronto verbale. Aggiunge che dovremmo, ma ciò già avviene a mio avviso automaticamente, lasciarsi modificare mettendo in gioco la nostra simbolica e lasciarla contaminare dalla simbolica altrui. Significa che Socrate e Platone sono ancora esistenti nella nostra simbolica, insegnavano ad accogliere i pareri dell’altro liberandoci così dall’isolamento del nostro assolutismo rendendo i rapporti, le relazioni umane più rilassanti.
Se consideriamo il filosofo Socrate citato da Galimberti sappiamo che il dialogo lo introdusse Socrate nel V sec. a.C. ad Atene città della Grecia, ed influenza ancora la nostra cultura globalizzante. Il suo era non un metodo ma piuttosto uno stile di vita. Trascorreva le giornate a parlare con la gente che incontrava riconoscendo la sua ignoranza, egli non sapeva tuttavia entrava nei meandri coscienziali dell’interlocutore facendolo a sua volta arricchire nelle riflessioni e nei punti di vista.
Egli domandava, domandava e come una levatrice (arte maieutica) che aiuta una mamma a far nascere una figlia o figlio Socrate aiutava le persone con un pizzico di ironia a partorire il sapere appropriato e motivava ad analizzare i pensieri e le credenze. Il dialogo socratico può essere di supporto alle persone in stato di barcollamento in richiesta di aiuto, cioè in uno stato momentaneo di bisogno di essere ascoltati e consigliati. Con il metodo della maieutica si possono raggiungere ottimi risultati di rivalutazione interiore coscienziale meditativa rivolta al Bene laddove è possibile verificare le verità e le credenze.
Dialogo Rispettoso In un dialogo che si rispetti gli argomenti hanno una loro regolarità e i soggetti che intervengono sanno rispettare e ascoltare anche i momenti di pausa in cui il silenzio diventa riflessione e comunicazione. I dialoghi negativi con persone importanti della propria vita possono distinguersi come segue: – il dialogo in cui si deve necessariamente trovare una conclusione un chiarimento – il discorso rimandato, cioè parlarne in un altro momento
La comunicazione ragionevole Per il dialogo professionale è meglio usare il metodo socratico in cui l’interlocutore può approfondire le sue capacità e avvantaggiarsi di verità possedute. Sciogliere quindi la diffidenza, il sospetto verso l’altro e vivere una comunicazione affettiva apportatrice di soddisfazione e rilassamento. Il modo di comunicare è molto vasto ergo, opportuno ricercare la ”comunicazione armoniosa e costruttiva”.
Modo positivo I dialoganti creano la ”comunicazione armoniosa e costruttiva” con momenti di silenzio che servono per l’assimilazione e comprensione dei concetti.
Un buon dialogo è apportatore di buon umore e accordi positivi. Imparare a comunicare si può attraverso metodi più o meno conosciuti così pure è di supporto il proprio intuito e sensibilità…
Fonte
. P.Vittoria
. Freire
. Galimberti
. Socrate
5- Manoscritto
H.Edda Cacchioni
🌻Guido le persone nella realizzazione dei loro obiettivi Editoriali e Divulgativi: Content Manager◆Editor▸Scrittrice Professionista
11 articoli 16 ottobre 2023
Manoscritto cos’è?
Il Manoscritto dal latino ”manu scriptus” è uno scritto e come dice la parola stessa scritto a mano. Può essere un libro una lettera un documento ma non è stampato. I materiali usati possono essere carta, pergamena, papiro e altri.
Il termine manoscritto ha origini antiche come per esempio i rotoli di papiro nell’antico Egitto precedente all’era cristiana.
Non è nato ne è stato coniato per meglio dire il termine si usava per definire lo scritto a mano e distinguerlo da quello stampato soprattutto dopo la nascita dei caratteri mobili di Johannes Gutenberg nel XV secolo.
Oggigiorno il concetto può essere usato per indicare il libro da stampare ma in realtà resta in uso senza corrispondere allo scritto a mano.
Manoscritto pubblicato con Feltrinelli
Pubblicare con la casa editrice Feltrinelli non è facile, richiede tempo. Una buona organizzazione potrebbe incidere sulla riuscita vediamo insieme i passaggi:
1- Prepara il tuo manoscritto: prima di presentarlo alla casa editrice Feltrinelli concentrati sul tuo scritto e controlla che sia ben scritto, sia completo e ben curato. Fai leggere il tuo manoscritto a terze persone per avere dei feedback.
2 – Scrivi una lettera di presentazione: la lettera deve essere fomale, presentati come autore e metti in evidenza la sinossi del tuo libro. Riassumi il perché ti rivolgi alla Feltrinelli elenca caratteristiche e motivi.
3 – Ricerca la Feltrinelli: cerca informazioni sulla casa editrice e studia le linee editoriali e i requisiti per presentare il tuo manoscritto. Inidirizza il tutto al Responsabile Editoriale
4 – Invia la tua proposta: invia lettere, manoscritto completo e tuto ciò che richiede la casa editrice. Segui la loro guida.
5 – Attendi una risposta: non sai quando perverrà la risposta quindi organizzati per inviare il manoscritto anche ad altre case editrici e armati di pazienza.
6 – Ricevi una risposta positiva: se la Feltrinelli è interessata alla tua opera ti daranno un appuntamento per parlare dei dettagli cioè dei diritti di autore e sulla data di pubblicazione.
7 – Risposta negativa: opta per il Self Publishing oppure attendi le risposte delle altre case editrici.
Le case editrici ricevono moltissimi manoscritti quindi meglio essere preparati ai ‘‘non siamo interessati’‘
Pubblicazione in Self Publishing
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- ISBN: per vendere il libro nelle bookstore online è opportuno l’acquisto del ……
- Formatta il tuo libro: scegli il formato ad esempio ebook, stampa su richiesta ecc
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Il successo con l’autopubblicazione ha un percorso tortuoso per cui non ti attendere ottimi risultati fin da subito. Promuovi in modo strategico per aumentare le possibilità di successo.
Pubblicazione con la Mondadori
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Scrivere e pubblicare con un Editor
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Riflessione
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